Nel 1972
Rosanna e Augusto decidono di spostare l’attività alberghiera di famiglia da Varigotti a Calizzano, un’oasi verde e di aria fresca nell’entroterra ligure della Riviera di Ponente, nell’alta Val Bormida sita nel confine tra Liguria e basso Piemonte. Qui danno vita a una piccola struttura ricettiva con ristorante dove poter gustare sia piatti a base di pesce che quelli tipici calizzanesi a base di funghi, castagne e prodotti locali.
Dal 2009
la conduzione passa al figlio Mauro e alla moglie Mia. Portano con loro una ventata di cambiamento e con immutata passione rinnovano il locale mantenendo comunque una cucina tradizionale, semplice, casalinga e che valorizza i sapori del territorio utilizzando materie prime prevalentemente a km zero.
Nel 2019
cambiano il nome della struttura, da “Lux” a “Orso Momo”, dedicato alla simpatica storia dell’orso che viveva a Calizzano, che tutti conoscevano e per cui nutrivano grande affetto. Rinnovano l’arredamento sia delle camere da letto che del ristorante, rendendo il tutto più moderno ed adeguato ad accogliere famiglie, sportivi e chi voglia vivere un’esperienza unica all’insegna della tranquillità che circonda il paese.
In Alta Val Bormida, nell’ entroterra della Riviera Ligure di Ponente, ai confini con le terre piemontesi, si trova un luogo felice e fortunato, di nome Calizzano. La sua storia comincia nel Paleolitico medio, quando alcuni gruppi umani lo scelsero per insediarvisi e dare vita alle proprie discendenze.
Da lì, con un bel salto cronologico, arriviamo nel tardo Medio Evo e vediamo la parabola storica del Castello, dalla sua costruzione, da parte di Enrico del Carretto fino al suo abbattimento, in una guerra ‘di famiglia’ tra ramo calizzanese e finalese.
Nel 1800 il borgo, che non ha mai smesso di esercitare la sua attrazione di luogo del buon vivere, è stato scelto da illustre famiglie aristocratiche genovesi, per la villeggiatura. Nell’immediato dopoguerra i turisti in arrivo sono stati molti e di tutte le classi sociali, desiderosi di respirare una boccata d’aria fresca. È lì che nasce, per Calizzano, la definizione di “ piccola Svizzera ligure”, per via dei boschi rigogliosi che la circondano.
Dopo preistoria, Medioevo Ottocento e Novecento, siamo noi, la comunità del XXI secolo, gli eredi di questo piccolo tesoro territoriale e, come tali, dobbiamo innanzitutto tracciarne le coordinate geografiche.
Il ridente paese è circondato da vari monti: a est il Monte Settepani, a ovest il Monte Spinarda, che divide la Val Bormida dalla Val Tanaro. Si chiama invece Colle dei Giovetti (912 m s.l.m), ai confini con Murialdo, il collegamento tra Calizzano e Massimino. La principale faggeta di Calizzano, sul Colle del Melogno, è una delle più estese d’Europa. Qui si trova la foresta della Barbottina così come un grosso ed antico albero di faggio di quasi 200 anni, alto 37m e dal diametro di 347cm, il “Fo Grossu”. Nel bosco del Rionero invece vi è un massiccio castagno di 5m di diametro e oltre 250 anni di vita, chiamato “Castagnone”.
Il territorio è ricco di acque sorgive, ben 13 fonti, dove è possibile rinfrescarsi; tra queste la famosa Fonte Bauda utilizzata nell’attività d’imbottigliamento.
A tutto questo aggiungiamo lo scampanio della chiesa di San Lorenzo, il santuario di Nostra Signora delle Grazie; architetture civili, come il Palazzo Franchelli oggi sede del municipio; architetture militari di grande fascino come il Castello di Calizzano e il Forte del Melogno.